Madonna di Cotrino

 Affresco originale Madonna ritrovato a   Cotrino

La storia della Madonna di Cotrino è legata al ritrovamento della sacra effigie, di cui ci informano il padre domenicano Severino Montorio, che scrisse il suo racconto nell’anno 1715, e il prof. Vincenzo Pepe (1828-1913), originario e cittadino latianese.

Statua della Madonna di Cotrino nella Chiesa Matrice

Al di là di alcune differenziazioni, dovute essenzialmente a due tradizioni diverse, da cui essi attingono, i due racconti concordano nei dati e negli elementi essenziali. Il racconto del prof. Vincenzo Pepe ci fornisce la data dell’evento, ossia un venerdì dell’aprile 1605, verso le ore 15, giorno in cui una giovane contadina forestiera, accompagnata dal suo consorte, entrava in Latiano, chiedendo dove fosse la casa dell’arciprete. A motivo di undisastroso accidente, questa povera donna era rimasta in un tratto offesa in tre sensi del corpo, perché cieca, sorda e muta…Una notte (le apparve) la SS. Vergine, e chiamandola col proprio nome, così le disse: – Io sono la Madre di Dio. Vengo ad assicurarti che sei già libera da ogni male, perché vedrai, udirai e parlerai a tuo talento. In contraccambio, voglio da te che tu vada alla Provincia di Terra d’Otranto, e proprio nel luogo detto Cotrino, territorio della Terra, detta Latiano, ed ivi troverai una mia immagine, nascosta sotto alcune macchie…(Destatasi), trovò esser vero, non vano sogno quello che aveva veduto ed udito…perché poté parlare e svegliare dal sonno il marito…Questi, tutto stupefatto nel sentir parlar la moglie, la interrogò come avesse ella recuperata la perduta favella…Rispondendo, la donna gli raccontò ciò che le aveva rivelato e comandato la SS. Vergine. Fatto…giorno e vedendo il marito esser tutto vero, determinò ubbidire al comando della…Signora e recandosi ambedue ben presto alla Terra di Latiano, ed indi al luogo accennato da Maria, rinvennero…la preziosa immagine dipinta in un muro coperto di sterpi e spine.Ed acciocché fosse venerata con decoro, andarono per qualche tempo chiedendo limosine per quei contorni, e di quelle fecero a suo tempo edificare una piccola chiesa…A quella chiesetta…concorreva in quei primi tempi, e per moltissimi anni, a folla il popolo…Vedendo i Latianesi essere quella Chiesetta assai angusta e misera, ne costruirono un’altra più grande e più bella e con allegri cantici collocarono la Santa Immagine sull’altare maggiore, ed acciocché le offerte fatte a Maria non andassero a male…il paterno zelo e la vigilanza pastorale di Monsignore Lucio Fornaio, Vescovo di Oria, ai 3 di Febbraio 1607, sedendo sulla Cattedra di San Pietro la felice memoria di Paolo V, con speciale Bolla ne concesse il governo a titolo di Rettoria, al Capitolo della Terra di Latiano, assegnando il titolo di Abate al Procuratore Generale di detto Capitolo… È attestazione pubblica che il Signore ha sempre onorata la sua Santissima Madre in quella Immagine, con innumerevoli grazie, prodigi e favori ai divoti di Lei. Possiamo ritenere con sufficiente attendibilità che il Montorio ci abbia trasmesso il primitivo e arcaico ritrovamento dell’effigie, avvenuto -egli dice- alcuni secoli sono, non sapendosi l’anno preciso, stantecché l’antichità ne ha oscurata la memoria. Poiché l’affresco della Madonna allo stato attuale presenta dei graffi, molti dei quali sono delle date, di cui la più antica è l’anno 1535, bisogna supporre che la sacra immagine fosse già a quel tempo conosciuta e venerata. È, pertanto, sensato ritenere che sui primi del 1500 sia stato rinvenuto, in contrada di Cotrino, l’affresco rupestre mariano, come conferma il racconto del Montorio. In seguito è intervenuta l’autorità ecclesiastica, come testimonia la relazione del Pepe, a riconoscere ufficialmente il fatto della grande devozione mariana in quel luogo. A conferma di ciò è di fondamentale importanza la bolla vescovile di mons. Lucio Fornari del 9 marzo 1606, con la quale fu istituita la festa liturgica della Madonna di Cotrino. 

Da tutto ciò deduciamo che l’affresco abbia una sua arcaica e antichissima origine, che certamente ha le sue radici nell’iconografia orientale, per cui è possibile parlare qui di impostazione bizantina e di esecuzione latina.